I disturbi respiratori dello sportivo
Al giorno d’oggi molte persone si dedicano allo sport per passione o per tenersi in forma, una sana abitudine che tuttavia può essere condizionata da problemi alle vie respiratorie. In quest’articolo il dottor Pizzi, medico pneumologo, ci spiega come gli sportivi possono trarre vantaggio dalla cura termale con l’acqua di Tabiano.
Nella prima parte dell’intervento approfondiamo i disturbi alle vie respiratorie più frequenti in chi pratica sport.
IL TRATTAMENTO TERMALE DEI DISTURBI RESPIRATORI NELLO SPORTIVO – Parte I
Il raggiungimento ed il mantenimento della forma fisica rappresentano per chi pratica sport a livello amatoriale o professionistico un obiettivo di primaria importanza. Le affezioni croniche o recidivanti delle prime vie aeree (rinopatie, sinusopatie e faringopatie spesso con una base allergica) sono tra i disturbi più frequenti nella popolazione generale e quindi di riflesso anche tra gli sportivi. Esse, in conseguenza soprattutto all’aumento dell’inquinamento atmosferico e delle forma allergiche, sono in costante aumento e rappresentano per lo sportivo un inconveniente che può far rallentare o interrompere il programma di raggiungimento della forma fisica oppure determinare cali di forma e compromettere in tal modo l’esito di una manifestazione agonistica.
Le affezioni respiratorie che si presentano nello sportivo possono essere preesistenti all’inizio dell’attività sportiva o insorgere dopo che il soggetto vi si è dedicato. Tra quest’ultime tipica dell’atleta è la rinite da esercizio, spesso comune nell’agonista e che si manifesta in particolare con una fastidiosa rinorrea (scolo nasale); essa interviene a prescindere dalla presenza di allergie, sia per attività indoor che all’aperto e, impedendo una corretta respirazione, può influenzare negativamente l’esercizio stesso.
Condizioni ottimali a livello delle prime vie respiratorie contribuiscono del resto ad una maggior efficienza anche dell’apparato broncopolmonare, viste le importanti funzioni svolte dal distretto nasale (riscaldamento dell’aria inspirata, umidificazione e depurazione della medesima) e vista la presenza di riflessi naso-bronchiali in grado, se accentuati, di agire negativamente sul tono bronchiale e quindi sulla ventilazione polmonare. Una respirazione nasale ottimale è particolarmente importante quando l’attività sportiva viene svolta in clima rigido, per temperature inferiori o prossime a 0° C, oppure quando ci si allena o si gareggia in ambienti confinati quali palestre con scarsa aerazione e/o inefficienza degli impianti di condizionamento. Anche all’aperto tuttavia, specie quando ci si trovi in zone cittadine o limitrofe ad impianti inquinanti è molto importante che le prime vie aeree siano in condizioni di efficienza ottimali al fine di proteggere efficacemente il sistema respiratorio.
L’inquinamento ambientale è dunque un fattore spesso determinante nel manifestarsi di sintomi irritativi acuti a carico delle vie aeree e nell’instaurarsi di forme croniche. Lo sportivo può andare infatti soggetto all’esposizione ad inquinanti sia negli spazi aperti (monossido di carbonio, ozono, ossidi di azoto, biossido di zolfo, materiale particolato, composti organici volatili) che negli spazi chiusi (polveri, allergeni). Uno dei meccanismi principali di danno a carico delle vie aeree da parte degli inquinanti ambientali è sicuramente l’aumento a livello delle medesime dello stress ossidativo, in grado di danneggiare diversi componenti tissutali e quindi di comprometterne l’efficienza.
Occorre considerare che l’attività sportiva determina una maggiore esposizione e suscettibilità agli inquinanti ambientali in quanto l’aumento dell’attività ventilatoria dovuta allo sforzo fisico (maggior richiesta di O2) accentua le capacità di penetrazione nell’organismo delle sostanze inquinanti respirate (l’aumento della quantità di inquinanti inalati è proporzionale all’aumento della ventilazione per minuto). L’incremento del flusso aereo durante lo sforzo fisico determina infatti una maggior penetrazione nelle vie aeree inferiori degli agenti inquinanti e determina pure un aumento della capacità di diffusione polmonare ad esempio di gas inquinanti quali il monossido di carbonio. Vi è poi da segnalare la riduzione della clearance mucociliare (il meccanismo di ripulitura automatico proprio delle vie aeree) che permane per alcuni giorni dopo un esercizio fisico intenso.
Attività fisiche comportanti come nel caso di sport aerobici o misti (corsa, ciclismo, calcio, tennis, nuoto, basket, ecc.), rendono poi indispensabile il passaggio ad una respirazione orale, in grado di mantenere maggiori volumi e flussi di aria. La presenza di patologie a carico delle mucose nasali può spingere l’atleta ad una respirazione orale anche per attività di moderata entità in cui una respirazione nasale, oltre che sufficiente a garantire una adeguata ventilazione, sarebbe maggiormente protettiva, viste le funzioni del naso, specie in ambienti con presenza di inquinanti e a temperature rigide. In queste condizioni si verifica una ridotta efficienza dei meccanismi di filtrazione dell’aria che avvengono a livello nasale. In considerazione di ciò è quindi buona norma non svolgere attività sportiva in ambienti fortemente inquinati (es. da traffico automobilistico) ed è parimenti importante ottimizzare e stimolare i naturali meccanismi di difesa che l’organismo possiede a livello delle vie aeree verso gli agenti inquinanti.